Dritto al cuore by Luca Di Bartolomei

Dritto al cuore by Luca Di Bartolomei

autore:Luca Di Bartolomei
La lingua: ita
Format: epub
editore: Baldini&Castoldi
pubblicato: 2019-03-13T16:00:00+00:00


Effetti collaterali: il precedente dello spray

Le stradine attorno alla Stazione Termini brulicano di persone anche nelle mattine agostane in cui il caldo asfissiante consiglierebbe di starsene rintanati dentro casa. Mentre mi spiccio per trovare un parcheggio per il motorino vicino al luogo del nostro appuntamento, lo scorgo che mi si fa incontro con passo grave sbuffando al telefono nel suo completo grigio e camicia di lino.

«Hai messo su qualche chilo…» È il mio equivalente di buongiorno e bentrovato.

«Così puoi scrivere di me come del prototipo del poliziotto panzone di cui qualche anno fa parlavano i politici.»

Simone – il nome è ancora di fantasia – affronta le ripide scalette del bar che abbiamo scelto con la stessa agilità con cui si destreggia nella sua corsa verso i 60, due terzi dei quali passati in polizia attraversando praticamente tutti i ruoli e tutti i reparti. Quando pochi giorni fa l’ho chiamato per chiedergli di confrontarmi con lui su questo tema, mi ha risposto entrando subito nell’argomento.

«La paura vince perché quasi nessuno mette al centro la realtà dei dati, la loro crudezza che, mi rendo conto, a volte può essere banale. Parlano tutti del criminale, delle sue motivazioni, indagandone la vita, mentre della vittima (specie se donna) parlano solo morbosamente, lasciando prevalere le modalità dell’omicidio e i particolari del gesto in sé. Non si inquadra mai il fenomeno nel suo quadro complessivo ma si cerca il punto più macabro. Ormai è rimasto solo questo nei racconti di cronaca giudiziaria. I criminali vengono descritti come l’incarnazione del male nei tratti più romanzeschi. Le vittime diventano nostri fratelli e sorelle al solo fine di strumentalizzarli per qualche esigenza momentanea, ma poi un attimo dopo gli si rimprovera persino di aver fatto o non aver fatto qualcosa.»

La nostra è un’amicizia solida che risale a quando io ero bambino e Simone veniva a trascorrere le vacanze al mare con la famiglia vicino alla mia, nel Cilento. La casa che affittava l’aveva trovata mio nonno, anche lui poliziotto, collega di suo padre alla questura di Roma dal ’57 al ’73. «La prima cosa che cercano in casa i criminali», riprende, «sono le armi: per togliere possibili oggetti con cui eventualmente reagire, certo, ma anche per un motivo economico. Le armi si vendono sempre bene. Anche il più famoso terrorista intercettato sul suolo italiano – Anis Amri – era armato con una pistola proveniente da furto.» La calibro 22 che la notte del 23 dicembre 2016 fece fuoco contro i due agenti di polizia che lo avevano sorpreso davanti alla stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni era la stessa che aveva usato per uccidere l’autista cui aveva sottratto il camion poi utilizzato per compiere la strage dei mercatini di Natale di Berlino: una pistola tedesca, Erma Werke, una tipica pistola da borsetta. «Sono in polizia da quasi quarant’anni eppure non mi è mai capitato di dover estrarre l’arma fuori dal servizio o in casa perché mi sentivo in pericolo. La questione però, dal mio punto di vista, affrontata così,



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